Questo a causa delle difficili vie di comunicazione e della durezza della vita che hanno segnato le sue genti, caratterizzandole a tale punto da renderle quasi una genia a sé: non certo “austriacanti” nei tratti somatici e nel modo d’essere, quindi italiani, ma non per scelta loro, forse bresciani, forse trentini, ma certamente Valvestinesi! Un popolo rude ed orgoglioso che è riuscito ad abitare la valle rispondendo alla sua durezza ed alla mancanza di risorse con le fatiche del lavoro di un’economia di sussistenza. Sono stati, infatti, allevatori grazie ai suoi prati ed ai suoi alpeggi, boscaioli e carbonai noti in tutto il mondo ed infine agricoltori. Si trattava, però, di un’agricoltura dura, tradizionale, dove ogni piccolo orto e coltivo era sottratto al bosco ed alle asperità della montagna con le fatiche di un lavoro manuale di rastrello e vanga, e dove, talvolta, l’emigrazione stagionale era una necessità per poter far vivere la valle piuttosto che tentativo di cercare fortuna altrove.
Una valle quasi magica nella sua unicità, dove i nomi dei luoghi rimandano ai mitici racconti di una tradizione orale sorta e proseguita intorno al focolare, quando la sera le famiglie dei valligiani si riunivano, stanche per il duro lavoro, ed i più anziani dilettava- no i giovani con fantasiosi racconti che ancora oggi, in questo luogo fuori dal tempo, sembrano avere un loro significato e una loro verità. Una storia ed
una cultura millenaria che si svelano attraverso il paesaggio della valle stessa, con suoi boschi oscuri e misteriosi dove si possono scorgere i segni delle antiche fatiche. Ad essi oppongono i prati ed i terrazzamenti, testimoni di un’antropizzazione ormai in difficoltà di cui ultimo baluardo rimangono le frazioni, quasi immutate negli anni, ancora abitate da una popolazione certamente ridotta ed invecchiata, che conserva nello sguardo, il coraggio di chi ha dovuto sempre lottare e fare da sè e, nel cuore, l’amore per la propria terra di chi tra innumerevoli difficoltà non l’ha mai abbandonata.
Lo scopo di questo percorso autoguidato è proprio quello di svelare al lettore il valore culturale della valle attraverso la conoscenza dei luoghi e la lettura delle tracce che ancora permangono lungo i suoi sentieri, così da stimolarne curiosità e fantasia, spingendo, chi ne avrà capacità e fortuna, ad ascoltare ed a far sue quelle voci e quei miti che vi echeggiano e che solo chi è capace a tendere l’orecchio è in grado di percepire.
Ecomuseo della Valvestino
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