Imperia. 100 anni. 2.000 anni di storia

Le Ceramiche Comuni

In tutti gli scavi di insediamenti e necropoli di età romana di prima e media età imperiale nel Ponente ligure, la maggior parte del vasellame di uso comune attestato appartiene alla ceramica “à pâte claire”, così chiamata in quanto caratterizzata da un impasto in genere giallo chiaro o rosato.

 

L’uso del termine francese è dovuto al fatto che la maggior parte degli ateliers su scala sia locale che regionale sono stati individuati nella Gallia meridionale.

 

Sebbene ne esista una tradizione produttiva più antica già in età pre-romana – in particolare a Marsiglia a seguito anche di influssi italici – questa produzione si sviluppa in particolare tra il primo secolo avanti Cristo e il terzo secolo della nostra era.

 

Uno dei maggiori centri produttivi di tale ceramica è stato da tempo individuato nella valle del fiume Argens in Provenza, che scorre tra il Var e il Rodano e in cui si concentrano diversi atelier scoperti nel corso di scavi archeologici. Il centro propulsore è costituito dalla città portuale di Forum Iulii, posta alla foce dell’Argens con diffusione verso Marsiglia ad ovest e verso Albintimilium ad est.

 

Le più recenti ricerche archeologiche, comprese analisi minero-petrografiche sugli impasti, hanno tuttavia portato a utilizzare il termine collettivo di “Ceramiche comuni provenzali romane”. Si è voluto così mettere l’accento sui centri di produzione che sono assai numerosi e interessano la bassa valle del Rodano ad Arles, la valle del fiume Arc con l’importante città di Aquae Sextiae (attuale Aix-en-Provence) e i centri di Marsiglia e, verso est, di Cannes/Mandelieu.

 

Fino a pochi anni fa, invece, le ceramiche ricoperte in parte da un ingobbio – una sorta di vernice di colore arancione-rossastro o bruno-marrone a seconda della cottura e quindi chiamate ceramiche “à pâte claire engobée” – erano considerate ben distinte dal resto delle ceramiche “à pâte claire”, prive di rivestimento. Tuttavia, la scoperta di fabbriche che producevano entrambi i tipi di ceramiche – sia non ingobbiate che ingobbiate – ci porta oggi a studiarle e a presentarle insieme.