L’area dello scavo non ha intercettato nessuna traccia di edifici più antichi della strada e, per questo motivo, la ricostruzione dell’abitato in età romana è relativamente ipotetica. Ci basiamo in prevalenza sul carattere commerciale del centro abitato, che possiamo dedurre da almeno due aspetti:
Per la ricostruzione dell’abitato sono importanti i confronti con analoghi casi archeologici di edifici di prima età imperiale con prevalente funzione commerciale distribuiti sulla costa ligure.
Questi edifici sono stati identificati come magazzini (hòrrea) per lo stoccaggio di prodotti locali (legname, lana, forse vino) e di beni di consumo di importazione (vino, olio, grano, vasellame, metalli), pronti per essere imbarcati e inseriti nella navigazione di cabotaggio costiero o per essere smistati sul territorio. Non si esclude che essi avessero anche un uso come botteghe (tabérnae) per attività artigianali o la vendita di merci e derrate alimentari o come luoghi per ospitare viandanti ed assicurare il cambio dei cavalli (mansiònes/mutatiònes).
La forma in pianta di questi hòrrea consiste in ambienti rettangolari disposti in sequenza e preceduti a volte da un porticato. Questo schema è presente a Vado Ligure, l’antica Vada Sabatia, a San Bartolomeo al Mare in località Rovere, la probabile mànsio del Lucus Bormani, a Loano in località Pontassi con dimensioni dei singoli vani molto simili di circa 31 metri quadrati.
I muri di età augustea e prima età imperiale in Liguria, nelle vicine città di Albintimilium ed Albingaunum, sono costruiti in opus incertum, ossia un nucleo di frammenti di vario materiale cementati con malta e rivestiti da un paramento formato da pietre o laterizi di forma irregolare e sgrossati sommariamente. Nel corso dell’età imperiale i blocchi esterni vengono collocati in modo più ordinato e disposti su piani o filari orizzontali: è la tecnica del “petit appareil”, utilizzata anche nel ponte stradale.
Non sono state trovate tracce di pavimenti, che potevano essere costituite da semplice terra battuta o da ciottoli, cementizio, cotto o in lastre di pietra.
Le tracce delle coperture invece sono notevoli. I tetti avevano orditura lignea e piano di copertura costituito da tégulae, dotate di margini rialzati e da ìmbrices, di forma incurvata, con la funzione di coprire la giuntura tra due tegole.
Sono presenti anche frammenti di tubuli a sezione rettangolare o quadrangolare, disposti uno sull’altro e inseriti come intercapedine lungo i muri, per permettere il passaggio dell’aria. Oltre che per il riscaldamento delle terme, erano infatti usati come isolanti per ridurre la dispersione di calore verso l’esterno e per evitare la formazione della condensa.